Ho sempre provato a scrivere un cunto guardandomi attorno e oggi invece so che, a volte, è necessario volgere lo sguardo indietro per dare un senso al presente
Piergiorgio Pulixi, scrittore sardo, autore di molti gialli e noir intensi che hanno collezionato vari premi letterari e critiche entusiaste da parte dei lettori, cambia pelle e ci presenta un giallo ironico, umano, leggero.
Clara Sánchez, autrice del Best seller, Profumo delle foglie di limone, unica autrice ad aver vinto i tre premi letterari più importanti della Spagna, torna con un romanzo dall’anima esposta, intima la voce che lo anima, profondo il rimpianto che solca ogni pagina.
Le Cattive è un romanzo confessione, il percorso di decrescita che Camila deve affrontare per interiorizzare l’insensibilità necessaria per non morire.
❝ Ogni notte le trans riemergono da quell’inferno di cui nessuno scrive, per restituire la primavera al mondo ❞
Titolo
Le Cattive
Autore
Camila Sosa Villada
Editore
Edizioni SUR
Pagine
223
Prezzo
16,50€
Una storia che è un grido al cielo e al perbenismo bigotto ed escludente, un perfetto esempio di Autofiction impreziosito da una trasfigurazione magica della realtà, tipica della letteratura sud americana.
“ Se una foto per essere messa in mostra, per diventare importante come un quadro una scultura un romanzo deve fermare un attimo e dentro quell’attimo metterci una storia intera, allora questa senza presunzione merita proprio la galleria sulla Seventh Avenue “
Konstantin Petrov
11 è il libro che non ti aspetti.
Spazza via il cieco velo di pietà ed entra nei misteri più intimi e segreti dell’esistenza degli ignari protagonisti che videro l’alba della tragedia.
Poetico e dissacrante, 11è un flusso di coscienza contemporaneo, dalle note punk, che ci conduce con sfrontata naturalezza tra i corridoi delle Torri Gemelle, flashback di un’ingenua sicurezza frantumata e fusa nell’acciaio.
Direttore di questa sinfonia di vite che si rincorrono e si percorrono l’una dentro l’altra è Konstantin Petrov, esule estone, elettricista al Centoseiesimo piano della Torre Nord del World Trade Center, ospite dell’anziano cieco David e fotografo per diletto.
” … mi sono messo a fotografare con la mia Baby Pat cose che prima mi sembravano inutili, come sono inutili tutte le cose che abbiamo sempre intorno, e che brutto però che certe cose solo per il fatto di starci accanto finiscono per diventarci inutili … “
Interiors, Still Life, Shots in black e Family Snapshots sono gli intervalli temporali che scandiscono il Prima, Durante e Dopo dell’attentato alle Twin Towers.
Mentre Petrov scatta foto per scacciare la paura nelle lunghe notti del Windows On the World, Bush deve domare i demoni della moglie, Ghanem aspetta il figlio Osama Bin Laden nel deserto afghano e lo scrittore Harold Pinter ospite all’Università di Firenze, sceglie il momento più sbagliato per condannare l’America di tutti i mali del mondo.
Ogni capitolo riporta l’ora che si avvicina all’impatto con il primo aereo dirottato, ricordando al Lettore che l’ordito della trama ha un epilogo, un devastante epilogo, che ha cambiato i connotati alla parola Impossibile.
Man mano prendono corpo le storie delle persone che hanno vissuto questa maledetta distorsione storica e ritroviamo i pensieri bislacchi di Mychal Judge, cappellano dei pompieri di New York, vittima n° 0001 del World Trade Center, gli incubi ricorrenti di Laura Bush, così come i gesti quotidiani di Judy Melinek, il medico legale che dovrà ridare dignità ai frammenti umani estratti dalle macerie.
“ DM01000075: residuo di giugulare fuoriuscita, più parte di capo clavicolare del muscolo sternocleidomastoideo, sesso maschile, pigmenti e pulviscolo sconosciuti, possibile maschio sopra i sessant’anni, visibile anche… parte rigida di fascia. Pertinenza; collarino bianco, tipo uomo di culto. Con ogni probabilità: prete…”
“Ora guarda me. E solo me.”
“Si buttano, si stanno buttando giù!“
“Delrique! Guarda me! Guarda solo me! È un ordine.“
“Sì, capitano.”
“Dobbiamo entrare per primi. E dobbiamo farlo adesso.”
“Ho tre figli, Desmond.”
“Tutti abbiamo figli.”
“E un solo papà.”
“Padre Judge!”
“Jeff Bridges!”
“Ma che ci fa lei qui?”
“Nessuno può interrompere una mia benedizione. Nessuno.”
Il congegno narrativo, perfettamente calibrato per incatenare il lettore e far emergere quella legittima paura di guardare in faccia le insensate deformazioni della realtà, subisce un’accelerazione emotiva nello spazio temporale di Zero.
La pallina rotola frenetica sul piano inclinato della catastrofe
Voci pensieri immagini … tutto si sbriciola in una malefica vertigine
Le storie si accavallano in brevissimi e lapidari frammenti di esistenza, scatti in nero che fotografano le tenebre e le lettere formano parole che sgorgano dagli abissi dell’anima.
11 scava tra le macerie e disseppellisce umanità, racconta con visionaria efficacia, il sogno di un esule “esile” che cerca, a modo suo, di ridonare la vista a chi ha smarrito l’orizzonte.
Verità e finzione sono perfettamente bilanciati, tanto da non riconoscerne i confini e una scrittura sinestetica ci avviluppa di denso fumo bollente e lacrime d’incredulità.
La prosa di Marinelli è asciutta, muriatica, condita di acuta ironia ed erudita consapevolezza.
Nessuna virgola è al posto sbagliato, nessuna citazione è casuale, ogni registro espressivo è appropriato; tutto è perfetto nello spazio narrativo di 11.
Il caleidoscopio di eventi, immagini e pensieri si srotolano rapidi ed implacabili, cadenzati da una scelta stilistica variegata e dinamica, tale da rendere la lettura un’esperienza emozionale.
Scintillano di luce propria le riflessioni di Marinelli nei confronti delle donne che hanno salvato l’America ed il mondo in quel giorno di Settembre: Condoleeza Rice e il colonnello Cindy Wright a bordo dell’Air Force One.
“ Però sarebbe proprio giusto e redditizio raccontarla questa storia, magari con uno di quei filmoni della Mecca del cinema […] in cui si svela che l’America si è salvata e ha salvato il mondo grazie a due donne belle, patriote e intelligenti, a due donne, una bianca e una nera … che si sono comportati maniera ben diversa da quelle che lo scopo lo raggiungevano spompinando segretamente l’imperatore di turno.”
Gli scatti di Konstantine Petrov sono ancora presenti nell’archivio fotografico di Fotki, antenato di Facebook e rappresentano l’ultimo reportage dell’interno delle Torri Gemelle.
Petrov finì il suo turno alle H8 del mattino e invece di trattenersi come al solito con i colleghi per un caffè, si recò subito a casa. Il destino non fu clemente, morì circa un anno dopo l’attentato per un incidente con la sua motocicletta.
“ Le persone vive là fuori grazie alle mie foto da domani si ricorderanno cosa stavano facendo, dov’erano in queste ore e penseranno a tutti i corridoi le stanze gli asciugamani i post-it le sedie i bicchieri e le forchette della loro vita che hanno condiviso in posti lontanissimi con quelli che amano e che rimarranno bloccati qui dentro. E così li ritroveranno. Sì, li ritroveranno.”
☆☆☆☆
11 di Giancarlo Marinelli
Giancarlo Marinelli, nato a Vicenza nel 1973, scrittore, sceneggiatore e autore di drammaturgia contemporanea, regista cinematografico e teatrale, è Direttore del Ciclo dei Classici del Teatro Olimpico di Vicenza, della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e del circuito teatrale Arteven.
Ha pubblicato Amori in stazione (1995), Pigalle (1998), Dopo l’amore (2002, Premio Campiello – Selezione Giuria dei letterati; Premio Giulietta e Romeo), Ti lascio il meglio di me(2006, Premio Campiello – Selezione Giuria dei letterati; Premio Toti Dal Monte Simpatia), Non vi amerò per sempre (2008), Le penultime labbra (2012) e Il silenzio di averti accanto (La nave di Teseo, 2018).
Hervé Le Tellier è romanziere e poeta, appartenente al gruppo OuLiPo, fondato negli anni Sessanta da Queneau, in cui prevale un forte spirito ludico, che porta la “letteratura potenziale” a inventare sofisticati esperimenti linguistici.
Ama giocare con le parole e si diverte a stuzzicare la memoria letteraria dei lettori forti, quelli che riconoscono nell’L’Anomalia, il Pastiche che richiama Anna Karenina, o l’incipit hard boiled alla Mickey Spillane.
Quelli che vanno pazzi per le citazioni colte e i sipari metanarrativi.
Il duello non è uno strumento di vendetta, bensì un mezzo di riconciliazione
Ute Frevert
Gli onorevoli duellanti è una brillante indagine storica, dal piccante gusto romanzesco, raccontata con sagace ironia dalla penna di Giorgio Dell’Arti.
Siamo nell’Italia giolittiana dell’inizio Novecento e sui giornali, luoghi extraterritoriali completamente impermeabili al moderno concetto di Privacy, si sbandierano pruriginose faccenduole, ed è proprio lì che incontriamo i nostri Protagonisti.